L’Italia viene sconfitta dal Montenegro nei quarti di finale per 10 a 7. Una partita che lascia perplessi perchè i ragazzi del settebello erano accreditati secondo gli addetti ai lavori per arrivare in fondo e giocarsi quantomeno una medaglia. Una sconfitta che brucia per due motivi, intanto l’Italia è fuori dal podio, poi perché bisognerà attendere il torneo di spareggio di Trieste (che si disputerà dal 4 al 10 aprile) per sperare di
accedere agli ultimi quattro pass olimpici disponibili. A mio parere la qualificazione a Rio 2016 non è in discussione c’è però da riflettere sui motivi di questa debacle europea.
Martedì dopo la partita c’era già chi gridava allo scandalo perché atleti del calibro di Fondelli e Velotto non figuravano nella lista degli europei ma credo che avremmo perso anche con loro a referto.
La crisi del nostro movimento è evidente. Da dieci anni esiste il monopolio di un’unica squadra nel nostro campionato e questo crea grossi squilibri. Brescia a parte, le altre squadre non riescono a stare dietro le folli spese che la Pro Recco continua a fare stagione dopo stagione, accaparrandosi i giocatori migliori in circolazione. La mia non vuole essere una critica, mi limito ad osservare ciò che è sotto gli occhi di tutti, non posso non chiedermi però che gusto ci sia a spendere per arrivare secondi. Non voglio neanche dare troppe responsabilità allo squadrone presieduto da patron Volpi, piuttosto vorrei puntare il dito contro le società tutte e la Federazione. Le prime, per dieci anni hanno accettato questa politica reccocentrica, talvolta usufruendo anche di giocatori in esubero proprio del club biancoceleste: vedi gli esempi del Sori e dell’Acquachiara in passato e quest’anno della Florentia e di Sport Management. La Federazione dal canto suo non ha imposto e permesso alle società di investire nei vivai. L’unica soluzione logica sarebbe inftti lavorare e crescere con i giovani.
Un’Italia che non ti aspetti o una crisi più generale?
Purtroppo questa situazione si riflette in maniera forte anche sui risultati della nazionale. Non ho niente in contrario che l’ossatura del settebello sia composta per due terzi da giocatori biancocelesti, critico il fatto che non ci siano a disposizione valori e ricambi che dovremmo attingere proprio dai nostri vivai. Bisogna prendersi le proprie responsabilità e fare si che ci sia un cambiamento epocale nel nostro sport altrimenti ci ritroveremo difronte a dei risultati negativi. Risultati che nel bene o nel male le altre nazionali stanno ottenendo perché puntano sulla crescita dei giovani, che vengono a poco a poco inseriti nel giro della nazionale maggiore. La Federazione in primis dovrebbe concordare con le diverse società una riorganizzazione capillare dei settori giovanili. Inoltre sarebbe necessario contare su piscine agibili e non fatiscenti, avere un numero adeguato di tecnici preparati e sponsorizzare la pallanuoto, portandola alla ribalta. Basta sprechi, basta “magna magna”, si deve lavorare per il bene di questo sport, per ottenere il meglio, le risorse ci sono e le soluzioni se si volesse veramente si troverebbero senza problemi.
Ma siamo sicuri che si voglia cambiare? Oppure siamo destinati a restare per sempre uno sport povero e di nicchia?
Trebbo