Il caso Imperia ha acuito una ferita profonda per il nostro movimento. La Pallanuoto italiana a mio parere ha davvero raggiunto il punto più basso della sua storia. Com’è possibile che una squadra femminile appena promossa in A1 e una maschile di A2 che ha disputato una semifinale play off possano sparire così? Le risposte a queste domande le daranno le autorità competenti, io vorrei solo esprimere il mio profondo disappunto per una vicenda che ha del grottesco. Alle ragazze e ai ragazzi di questa società che si sono trovati da un momento all’altro senza ciò su cui avevano investito tempo e sacrifici, va tutta la mia solidarietà. Il danno d’immagine è terribile per tutti, nessuno si salva ed io me la prendo con chi gestisce questo carrozzone. L’ennesima società che fallisce e la Federazione che fa? Come si è mossa? Purtroppo lo sgomento e lo stupore sono durati ben poco. Io penso che ognuno di noi addetti ai lavori, giocatori, arbitri e allenatori, dovrebbe far sentire la propria opinione, dovrebbero farlo gli stessi tifosi, dissentendo con questa gestione scellerata che sta portando il nostro sport ad un punto di non ritorno. Non bastano solo la Pro Recco, il Brescia e la Sport Management a salvarci da questa deriva. Ci sono società serie che non hanno le capacità delle tre società citate ma che vogliono creare e portare vigore al nostro sport. La Pallanuoto senza queste premesse chiude. Che la Federazione vigili e sanzioni prima che sia troppo tardi le società che non rispettano i contratti dei propri tesserati, che lucrano sui prestiti dei propri atleti e che non dimostrano di avere un vivaio per poter affrontare le giovanili. Ora direte sono tutte ovvietà quelle che dice il Trebbo. Per favore riflettete un attimo e ditelo ai ragazzi e alle ragazze di Imperia.
Trebbo