Una nuova avventura per un grande amico. Parla Massimo De Crescenzo.

Massimo parlaci della tua
nuova avventura?
La mia decisione nasce all’ultimo momento quando, quasi ormai in accordo con l’ Albaro Nervi, mi ha contattato la Pallanuoto Como, offrendomi garanzie migliori dal
punto di vista tecnico. Mi occuperò infatti dello sviluppo e della crescita dell’intero settore giovanile, oltre ad essere allenatore della prima squadra. Ho accettato con grande entusiasmo l’incarico ma ci tengo a ringraziare Cesare Vio per l’occasione concessami nella passata stagione.
Quali sono le tue
aspettative?
Intanto volevo ricordare a tutti che questa squadra nasce dalle ceneri della gloriosa Como Nuoto che per motivi economici ha rinunciato alla seria A1, per ricominciare dalla serie B, scindendosi in due società distinte. La mia è una squadra che può vantare due o tre elementi esperti  quali Dato, Colombara e Bulgheroni, amalgamati con una serie di giovani di belle speranze, vorrei citarne uno su tutti Susak ma sono soddisfatto, ad un mese dall’inizio del campionato, di come tutti i ragazzi stanno
lavorando e sono fiducioso perché puntiamo a rimanere nel gruppo delle squadre più forti.
Ti tocca la chiusura della
piscina Scandone?
Sinceramente non mi meraviglia Trebbo, pensa che negli anni 70 rimase chiusa per 11 anni e proprio in quegli anni vincemmo 4 scudetti e una coppa campioni,
quest’ultima proprio nella vasca di Palermo. In quel periodo il sorteggio vide vincere Napoli come sede organizzatrice della manifestazione ma vista l’inagibilità della Scandone il nostro secondo campo di gioco era proprio Palermo e in Sicilia conquistammo il prestigioso trofeo. Mi ricordo come fosse ieri la piscina stracolma perché avevamo al seguito una nutrita schiera di tifosi napoletani che vennero in nave. Una finale in cui affrontammo squadre più blasonate della nostra, lo Spandau, il Partizan di Rudic e la Marina di Mosca di Kabanov, una coppa vinta senza stranieri, ci tengo a precisarlo, eravamo tutti italiani. Ecco perché ti dico che non mi meraviglia più di tanto questa chiusura. Si, può causare problemi agli atleti per gli allenamenti ma sono convinto che a breve si risolverà. Questa piscina mi fa venire in mente un altro ricordo, una finale scudetto persa nel 85 contro il Posillipo, allenato da mio fratello Paolo, per 3 a 2, nella terza gara di finale. Io ero capitano della Canottieri che annoverava tra gli altri il compianto Enzo D’Angelo, Paolo Zizza e Roje. Mentre dall’altra parte c’erano tra gli altri i fratelli Porzio, i tre Postiglione e Fiorillo, una squadra questa che avrebbe dominato gli anni 90, prima dell’arrivo della Pro Recco.
Mister il tuo giudizio sulla
formula del campionato di A1?
La formula delle final six e delle final four non è male. Mi preoccupa piuttosto il cambiare in continuazione le regole. Si parla di una pallanuoto giocata sei
contro sei in un campo da 25 metri.  A mio parere questo può allontanare il pubblico dalle piscine, oltre che gli sponsor che garantiscono la sopravvivenza del nostro sport. In campionato il Recco è la stragrande favorita, la migliore squadra di sempre per me. Dietro, il Brescia che sta facendo cose egregie sotto la guida tecnica di Bovo e poi altre belle sorprese come Sport Management, il Posillipo, l’ Acquachiara e la mia amata Canottieri.
A presto Massimo e in bocca
al lupo per la tua nuova avventura
Ciao Trebbo, crepi il lupo.

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